Chiese e Conventi
L’itinerario religioso che la città di Urbania ha a disposizione è molto ricco e l’insieme delle chiese, dei conventi e dei monumenti presenti, rappresenta un percorso ideale per il visitatore. È documentato il gotico (portale della chiesa dei morti), lo stile del rinascimento civile e militare (chiesa del Corpus Domini, oltre ai palazzi ducali), il barocco (S.Caterina e S.Francesco), alcune espressioni del liberty ed esempi dell’architettura degli anni ‘20 del primo ‘900 (monumento ai caduti e altri edifici).
Sono presenti opere d’importanti artisti, dal Medioevo a oggi, dai pittori riminesi del sec. XIV fino alla porta in bronzo della chiesa dello Spirito Santo, realizzata da Augusto Ranocchi nel 2007.
CATTEDRALE
L’antica abbazia di San Cristoforo del Ponte di Urbania fu fondata dai monaci benedettini sulle vestigia di un tempio pagano sacro a Ercole. Il complesso architettonico fu edificato a partire dalla fine del VI secolo. La chiesa preromanica fu tradotta in forme rinascimentali a partire dal 1467 per volere dell’abate commendatario di Casteldurante, cardinale Bessarione, che nel 1472 vi portò la reliquia dell’omero di San Cristoforo in un’urna, opera del Pollaiolo.
La cattedrale nella metà del ’700 fu rinnovata su progetto dell’architetto urbinate Giuseppe Tosi. La facciata, che fu completata nel 1870 su disegno dell’urbaniese Benedetto Tacchi, presenta due nicchie con i simulacri in pietra di S. Veronica Giuliani da Mercatello sul Metauro e della Beata Margherita della Metola, sante della diocesi.
Il campanile fu edificato nel 1958 su progetto di Donatello Stefanucci, in sostituzione della romanica torre campanaria ancora visibile, benché incompleta, sul fianco sinistro della chiesa.
All’interno, una delle opere più importanti è il Crocifisso di Pietro da Rimini (1309) al centro del presbiterio e, alla sinistra, la “Pentecoste” di Giustino Episcopi (fine sec. XVI), pittore durantino formatosi alla scuola del manierismo romano. Nella chiesa sono inoltre collocate opere di Giorgio Picchi: “Sant’Ubaldo” e la “Natività di San Giovannino” (fine sec. XVI) e di altri autori di ambito baroccesco.
La cappella di San Cristoforo conserva la statua del patrono in legno di fico policromo (1768). La Cattedrale è, infatti, dedicata a San Cristoforo, patrono della Città, protettore dei viaggiatori e degli automobilisti. A Urbania, già dai primi anni 20, la domenica seguente il 25 luglio (giorno del Santo) si tiene la benedizione degli autoveicoli.
CHIESA DELLO SPIRITO SANTO – TEMPIO VOTIVO DEL BOMBARDAMENTO
Antistante alla cattedrale, già chiesa dello Spirito Santo, il tempio fu eretto per ricordare le vittime del disastroso bombardamento aereo subìto da Urbania il 23 gennaio 1944. Al suo interno l’artista urbaniese Augusto Ranocchi commemora il luttuoso avvenimento con un grande mosaico realizzato nell’abside (1969) e una serie di immagini fotografiche documenta la tragicità dell’evento.
All’esterno si può ammirare, nella sua drammatica plasticità, la porta in bronzo sempre dello stesso Ranocchi (2007), mentre la facciata è dell’architetto Del Mastro.
CHIESA E CONVENTO DI SAN FRANCESCO
Dopo la Cattedrale, la chiesa di San Francesco è la più antica della Città di Urbania, nonostante il suo aspetto neoclassico, ottenuto dal rifacimento del 1762. La chiesa sorse insieme al convento nel 1282, dopo la distruzione di Castel delle Ripe (1277), quando la comunità dei francescani pensò di trasferirsi in Casteldurante.
Dal 1550 al 1558 fu completamente trasformata grazie alla guida del giovane guardiano fra Lorenzo Amatori che ben conosceva Michelangelo Buonarroti. Deturpata nel secolo XVI, fu ricostruita su iniziativa di Francesco Luzi nel 1756 con le forme attuali, diventando un interessantissimo esempio di architettura barocca nelle Marche.
All’esterno, notevole è la presenza sulla sinistra di un portale gotico in pietra rosa, attribuito al giovane Lorenzo Ghiberti. Il campanile romanico del 1472 è opera di maestri comacini. All’interno, di notevole interesse, sono la pala dell’altare centrale “L’Assunzione della Vergine” di Giorgio Picchi, e “L’Adorazione dei Magi” di Giustino Episcopi, entrambi pittori durantini. Altre opere di grande importanza sono di Agostino Apolloni, Domenico Peruzzini, Ruggero Piccini e Claudio Ridolfi. A completare l’armonia barocca che contraddistingue la chiesa, spicca l’orchestra dell’organo con la facciata a forma di ala, del 1762, dell’urbaniese Arcangelo Feligiotti.
L’antico Convento francescano fu trasformato in seminario diocesano (1833 – 1848) attivo fino agli anni 70. Il chiostro è stato affrescato da Giorgio Picchi con le storie di San Francesco (1570 circa). Di fronte alla Chiesa, ciò che rimane di San Giovanni Evangelista sono il bel portale rinascimentale e il prospetto.
CHIESA DEL SANTISSIMO CROCIFISSO – TOMBA DELL’ULTIMO DUCA DI URBINO
La chiesa, già oratorio della Neve nel ‘400, fu ricostruita agli inizi del XVII sec. dai frati Caracciolini, stabilitisi a Casteldurante per volere di Francesco Maria II della Rovere, che affidò loro anche la biblioteca ducale. Il convento, ampiamente rimaneggiato, è oggi sede dell’ospedale, mentre la chiesa, restaurata nel sec. XVIII, conserva al suo interno pregevoli dipinti, fra i quali una “Crocifissione” di scuola baroccesca e la “Madonna con bambino” di Federico Barocci, entrambe temporaneamente ospitate al Museo Civico situato all’interno del Palazzo Ducale di Urbania.
Sotto un’acquasantiera di alabastro, è custodito il sepolcro di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo Duca di Urbino, che dispose la sua sepoltura in questa chiesa (1631). La sua salma fu poi trafugata in circostanze ancora oggi misteriose.
CHIESA DI SANTA CATERINA GIÀ CHIESA DEGLI ARTISTI
L’Oratorio, intitolato alla Santa protettrice della cultura in genere, e definito dal ’300 “Santa Caterina dei disciplinati”, ospitava già a quel tempo la Confraternita degli Artisti durantini. Il piccolo edificio fu completamente ricostruito a partire dal 1522 da Taddeo Zandrini, il quale protrasse i lavori fino alla fine del secolo.
Alla ricostruzione contribuirono i migliori artisti durantini e le nobili famiglie che sono ricordate dagli stemmi in stucco presenti nell’Oratorio. La chiesa si caratterizza come pregevole esempio d’interno barocco, riccamente decorato a stucco e ornato con dipinti, opere di pittori, plasticatori e decoratori durantini, tra cui primeggiano gli stuccatori Ottaviano e Luzio Dolci, Agostino Apolloni, Raffello Raffaelli e Tommaso Amantini. All’interno si possono ammirare le statue seicentesche in gesso dei profeti Mosè, Isaia, David e Geremia. Gli affreschi del soffitto raffiguranti scene di vita di Santa Caterina sono di Luzio Dolce. La pala raffigurante “Il trasporto di Santa Caterina”, all’altare centrale, è opera di Donnino Berti (1592). “I Profeti” nelle nicchie sono sculture di Tommaso Amantini, fra i più validi plasticatori e stuccatori del ’600, e del Raffaelli, mastro ceramista e stuccatore.
CHIESA DETTA “DEI CASSONI” O ORATORIO DELLA MADONNA MADRE DEL SALVATORE
Nel crocicchio dopo largo Paolo Scirri (ex piazza Padella) e prima del ponte dei Cocci, sorge una chiesetta, detta “della Madonna dei Cassoni” dal nome di un’antica famiglia del luogo. Il piccolo oratorio conserva il delicato dipinto della “Mater Salvatoris”, di autore locale risalente al sec. XVIII. L’immagine è oggetto di culto popolare ed è esposta ogni anno a luglio nella antistante Piazza Padella, durante la festa del rione.
A Natale qui viene allestito un apprezzato presepe in miniatura.
CHIESA E CONVENTO DI SANTA MARIA MADDALENA
Questo monastero – dimora delle monache benedettine – è di antica fondazione (VII sec.). Nel 1576 la chiesa e il complesso furono restaurati. Vi si conserva, all’altare maggiore, la celebre “Maddalena penitente” di Guido Cagnacci (1637); agli altari laterali tele di Maurizio Sparagnini e di Giuseppe Luzi (XIX sec.). Vi si ammirano anche pregevoli opere lignee, fra cui una statua di San Rocco del 1534.
La chiesa è oggetto di devozione popolare per l’effige di Santa Bambina festeggiata l’8 settembre.
ORATORIO DELLA MADONNA DEL CARMINE
L’Oratorio della Madonna del Carmine, del XV secolo, deve il nome alla Confraternita del Carmine. Ospita l’affresco eseguito nei primi del ’300 da Giuliano da Rimini raffigurante la “Madonna in trono con bambino”, già presente nell’antica rocca trecentesca, distrutta da Lorenzino de Medici. Nelle pareti è rappresentata la vita della Madonna, del pittore durantino Giorgio Picchi (1604). I putti che adornano l’altare sono, invece, opera del plasticatore urbaniese Tommaso Amantini (metà XVII sec.)
CORPUS DOMINI
L’Oratorio del Corpus Domini, già sede della Confraternita dei Flagellanti, assunse la forma attuale grazie all’intervento dell’architetto ducale Girolamo Genga, che si servì di maestri locali e utilizzò il materiale murario ottenuto dalla distruzione della Rocca di Casteldurante, abbattuta nel 1517, e dal Palazzo Ducale di Urbino.
La chiesa è affrescata da Raffaelin del Colle (1535), con il ciclo de “I Profeti” e “Le Sibille”;dello stesso autore “Cristo risorto” e “La Madonna del Velo”. Dietro l’altare maggiore “L’ultima cena” è opera di Giorgio Picchi (1586). Sotto lo stesso altare è posto un “Cristo Morto”, scultura di legno, risalente probabilmente al XV secolo, opera di intagliatori dell’alta Val Metauro, oggetto di continua devozione.
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