Cipriano Piccolpasso (n. Casteldurante, oggi Urbania, 1524, m. Casteldurante 21 novembre 1579)

Cipriano Piccolpasso nasce, nel 1524, a Casteldurante (oggi Urbania), centro importante del Ducato di Urbino dove da tempo si esercitava l’arte del far ceramica. Era il maggiore di cinque figli di ser Michele Piccolpasso (o Piccolpassi), notaio di nobile e ricca famiglia bolognese.

A Casteldurante Cipriano studia grammatica, poi legge e medicina a Bologna, effettua molti viaggi, visitando Venezia, Foligno, Ferrara, Faenza, Gubbio, Verona, Rimini e Genova.

A Padova, entra in contatto con Pietro Bembo; dal 1538 al 1540 frequenta il famoso Studio Patavino.

Nel 1540 torna a Casteldurante e si dedica allo studio dell’architettura militare, infatti il Ducato di Urbino vantava una scuola e una tradizione di insigni matematici e architetti militari.

Dal 1558, in qualità di architetto militare, è al servizio di tre papi: Paolo IV, Pio IV e Pio V e sovrintende a diversi lavori a Perugia, in Umbria, e a molte fortezze dello Stato della Chiesa, sino alle coste pontificie dell’Adriatico, da Ravenna a S. Benedetto del Tronto, per difendere il territorio pontificio dalle scorrerie dei turchi.

È, inoltre, autore di un importante testo di architettura fortificata umbra dal titolo Le piante et i ritratti delle città e terre dell’Umbria sottoposte al governo di Perugia, sulle città e i castelli dell’Umbria, corredato di bellissimi disegni a penna (realizzato tra la fine del 1575 e il marzo del 1578).

Oltre ad altri scritti storici e accademici di minor conto, la sua opera più celebre è senza dubbio Li tre libri dell’arte del vasajo, un importantissimo manoscritto – unico nel suo genere – che spiega e illustra le diverse fasi della lavorazione della maiolica dell’Italia del XVI secolo.

L’opera è scritta a Casteldurante intorno al 1557 ma, viene pubblicato per la prima volta, solo nel 1857.

Piccolpasso ha prodotto quest’opera su richiesta del cardinale François de Tournon, ambasciatore del re di Francia Enrico II, il quale, forse, avrebbe avuto in mente un miglioramento delle manifatture francesi.

Il trattato è diviso in tre libri, che sono un deposito di informazioni sul processo di fabbricazione della maiolica, vi sono riportate indicazioni che riguardano, tra le altre, la scelta delle argille e la loro raffinatura, la foggiatura dell’impasto, la composizione degli smalti e la preparazione dei colori. Inoltre, i Libri sono corredati di oltre centottanta disegni a inchiostro di bella qualità che illustrano il testo con immagini riferite a forme, strumenti, fornaci e artigiani al lavoro, infine, una sezione in cui si descrive con precisione la decorazione, quest’ultima esemplificata da magnifiche tavole sulle decorazioni più in uso a quel tempo a Casteldurante.

Parti importanti del testo sono contrassegnate da grandi iniziali che contengono scene mitologiche o allegoriche e che riflettono la formazione umanistica dell’autore. Il manoscritto inizia con una veduta di Urbino e termina con una di Casteldurante.

Oggi l’opera è riconosciuta e ampliamente accettata come il primo completo resoconto della fabbricazione di qualsiasi tipo di ceramica, mai prodotta in Europa. È conservata all’Albert & Victoria Museum di Londra.

Cipriano Piccolpasso è, senza dubbio, una delle maggiori personalità nel campo della ceramica riconosciuta sia a livello nazionale sia internazionale. Con il suo trattato de Li tre libri dell’arte del vasajo ha reso immortali le tecniche e i passaggi necessari alla produzione della maiolica restituendo a questa arte perenne memoria.

È sepolto a Urbania, nella Chiesa di San Francesco.

“LI TRE LIBRI DELL’ARTE DEL VASAIO”

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