Gambe, piedi e busto femminile in profilo perduto

Tipologia: Disegno

Realizzazione: 1590 circa

Gambe, piedi e busto femminile in profilo perduto (per Crocifissione di Cristo con la Madonna, San Giovanni Evangelista e San Sebastiano)

Federico Barocci

1590 circa

Pietra nera e gesso su carta tinta bruna

Collezione Ubaldini

I 304.69

Il foglio, di discrete dimensioni, raccoglie una serie di studi preparatori per la figura dell’angelo librato in alto a sinistra nella pala della Crocifissione con i dolenti e san Sebastiano, dipinta da Federico Barocci per la Cappella Senarega nella Cattedrale di Genova, datata 1596 ma commissionata all’inizio degli anni Novanta. I disegni, distribuiti con efficacia sulla superficie come in una cartella di lavoro, documentano lo sviluppo progressivo e analitico di una figura complessa in volo, elaborata secondo un metodo fondato sull’osservazione diretta del modello vivente. Nella parte superiore del foglio si riconoscono due studi del piede sinistro, uno dei quali arricchito con tocchi di biacca per accentuarne il volume plastico. Al centro compaiono diversi scorci della gamba destra; in basso si leggono il contorno e le dita del piede sinistro, appena accennate, accanto a uno studio del gomito. Sulla destra si distinguono la spalla e la testa dell’angelo, rese di profilo perduto. Una variante della figura, che replica il torso e la testa dell’angelo con un’ulteriore osservazione del gomito, è conservata a Firenze, Uffizi (inv. 11626 F), dove Barocci interviene anche con il pastello e la pietra rossa, integrando così colore e volume. Nel foglio qui considerato, Barocci affronta con estrema maestria il problema della rappresentazione del corpo in volo e in scorcio, una delle sfide più complesse della resa anatomica. I numerosi studi sul tallone – chiaramente eseguiti dal vero – rivelano l’attenzione dell’artista per dettagli solo in apparenza secondari, ma fondamentali per l’equilibrio plastico e dinamico della figura, come l’articolazione tra tallone e caviglia. Spike (1994) ha evidenziato le affinità tecniche tra questo foglio e quello, anch’esso conservato a Urbania, relativo al corpo del Cristo nel Noli me tangere. Entrambi sono realizzati su carta comune, priva di filigrana e tinta in tono brunastro, che consente di esaltare il contrasto tra la pietra nera e il gesso nella costruzione dei volumi. Si tratta di una tecnica tipica della fase estrema dell’attività baroccesca, in cui l’artista predilige una resa tridimensionale più intensa, ottenuta proprio grazie a questa combinazione di materiali. Come sottolineato da Cellini (1999), fogli di questo tipo rivestono un ruolo cruciale nella bottega di Barocci, non solo come strumenti di elaborazione compositiva, ma anche come modelli didattici da copiare e studiare. L’inserimento del foglio nella raccolta Ubaldini attesta la sua funzione formativa e la probabile provenienza da una raccolta appartenuta a un artista o collezionista locale legato alla cerchia baroccesca.

Scheda a cura di Luca Baroni

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