Mano sinistra che regge un libro
Mano che regge un libro (per Ritratto di Monsignor Giuliano Della Rovere)
Federico Barocci
c. 1570-80
Pietra nera e bianca su carta azzurra (ossidata)
Collezione Ubaldini
I 26.20
Il disegno è riconosciuto come autografo di Federico Barocci dalla Bianchi (1958), che ne sottolinea i tipici caratteri barocceschi e lo confronta con altri studi per mani conservati agli Uffizi. La studiosa è la prima a proporre un legame con la mano dipinta nel Ritratto di monsignor Giuliano Della Rovere (Vienna, Kunsthistorisches Museum), ipotesi accolta da Olsen (1962), Gaeta Bertelà (1975) e Leonardi (1981). Emiliani (1985) rifiuta tale collegamento e indica come riferimento più coerente uno studio conservato a Firenze (Uffizi, inv. 11649 F), che corrisponde meglio alla posa del personaggio nel dipinto viennese. Spike (1994) conferma l’autografia e, in linea con Emiliani, esclude il legame con il ritratto di Vienna, osservando che nel disegno la mano regge un libro, mentre nel dipinto è poggiata su un bracciolo; propone per primo una nuova lettura iconografica, ipotizzando che il foglio sia destinato a una figura di santo evangelista. Cellini (1999) ricostruisce la storia attributiva del foglio, ricordando che già Cassirer, in una lettera del 1914, riconosce 18 disegni di Barocci nella raccolta durantina, anticipando di decenni la ricognizione sistematica della Bianchi. Tanto Cellini che Spike, analizzando la resa plastica della mano e il forte chiaroscuro ottenuto con gessetto nero e rialzi in bianco su carta azzurra, indirizzano la datazione tra gli anni Settanta e Ottanta del Cinquecento. Anche in assenza di indicazioni precise sulla cronologia e sulla destinazione del disegno, il foglio si distingue per l’intensa forza espressiva e per la maestria con cui Barocci, con pochi tratti misurati, riesce a evocare la tridimensionalità della mano.
Disegni di questo tipo, nel Seicento e nel Settecento, venivano spesso proposti ad apprendisti e garzoni di bottega come modelli da copiare per esercitarsi nella resa delle parti anatomiche, circostanza che giustifica l’inclusione del foglio nel nucleo dei disegni Ubaldini.
Scheda a cura di Luca Baroni