Studio per figura ammantata, studi per particolari anatomici

Tipologia: Disegno

Realizzazione: Anni ‘60 del Cinquecento

Studio per figura ammantata, studi per particolari anatomici (per Crocifissione e dolenti)

Federico Barocci

Anni ‘60 del Cinquecento

Pietra nera e rossa, gesso su carta azzurra (ossidata)

Collezione Ubaldini

I 305.65 recto

Il foglio, esempio della consuetudine baroccesca di Barocci di combinare su un’unica superficie studi isolati di anatomia e panneggio, si presenta di lettura complessa proprio per la sovrapposizione e la frammentarietà degli elementi. Olsen (1955) è il primo a proporre un collegamento con un angelo dell’Ultima Cena del Duomo di Urbino (commissionata nel 1590 e conclusa nel 1599), ipotesi non accolta da Bianchi (1958; 1959), la quale tuttavia con[1]ferma l’autografia del foglio. Lo stesso Olsen, nel 1962, rettifica la sua ipotesi iniziale e riconduce corretta[1]mente lo studio del panneggio alla figura della Vergine e gli studi di mano e braccio a quella di San Giovanni nella  Crocifissione con i dolenti del 1566–67 (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche). Cellini (1999) riprende e conferma questa lettura, evidenziando come il foglio rientri nella pratica sperimentale dell’artista. Un apporto interpretativo originale viene fornito da Spike (1994), che individua a Berlino (Kupferstichkabinett, inv. 20502) un disegno affine per la figura della Vergine nella Crocifissione, in cui la testa abbozzata appare più chiaramente delineata. Spetta sempre a Spike il collegamento della gamba sinistra inginocchiata, tracciata a matita nera e rossa, alla figura di San Giovanni Battista nella  Pala di Fossombrone del 1565  circa (Milano, Pinacoteca di Brera, in deposito presso Urbino, Galleria Nazionale delle Marche), ipotesi rafforzata dal confronto con analoghi fogli conservati agli Uffizi (inv. 11281 F, 11626 F, 11627 F). Questa datazione agli anni Sessanta del Cinquecento, già avanzata da Gaeta Bertelà (1975), Pillsbury (1978) ed Emiliani (1985), è ribadita dall’analisi dello schizzo sul verso. Al di là dell’identificazione cronologica e dei collegamenti con la pittura, il foglio costituisce uno dei migliori esempi dell’approccio creativo, quasi magmatico, con cui Barocci affronta i suoi studi di figura. Tipologicamente, il disegno mescola la categoria dello studio di figura, plausibilmente condotto dal vero di fronte al modello, con quella dello studio di panneggio, ripetuto due volte nella resa della manica. Sulla sinistra dell’immagine, l’artista si serve della pietra rossa per correggere e migliorare il difficile scorcio del piede, sfruttando le peculiarità del materiale per sovrapporre, a un palinsesto già complesso, un ulteriore piano di lettura.

Scheda a cura di Luca Baroni

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