Palazzo Ducale
Il Palazzo Ducale di Urbania fu eretto alla fine del ‘400, sopra una preesistente rocca dei Brancaleoni. Un palazzo monumentale, che domina il fiume Metauro e il centro storico della Città, oggi ambita meta turistica e importante sito di riferimento culturale per l’intera vallata.
Il Palazzo Ducale è un complesso di circa 6.000 mq dovuto alla committenza dei Montefeltro-Della Rovere. Il grande complesso fu progettato dall’architetto Francesco Di Giorgio Martini nel 1470 e, in seguito, fu completato dal geniale architetto Girolamo Genga.
La visita al palazzo permette di scoprire una delle principali residenze dei duchi di Urbino, dove si è svolto l’ultimo capitolo della storia ducale con Francesco Maria II Della Rovere che abitò il palazzo per circa mezzo secolo. L’ultimo duca morì a Urbania nel 1631 e il ducato passò allo Stato della Chiesa.
L’architettura esterna conserva la duplice identità di fortificazione e di palazzo-corte rispecchiando sia il carattere guerriero della Signoria ducale, sia la raffinata cultura cortigiana.
Il Palazzo Ducale ospita al suo interno istituti culturali di lunga storia ed eccellenza. Infatti, al primo piano è collocato il Museo Civico con le sue preziose raccolte, la Biblioteca con i suoi quasi 40.000 volumi di cui 9.000 antichi e l’Archivio Storico. A piano terra, oltre agli spazi dedicati all’accoglienta turistica, sono collocati i laboratori di ceramica, la Galleria Montefeltro, le sale Paolo Volponi per convegni e incontri, gli spazi occupati da alcune associazioni culturali della città.
Infine, nei sotterranei troviamo il MUSAA Museo Demoetnoantropologico di Storia dell’Agricoltura e dell’Artigiananto.
IL MUSEO CIVICO DI URBANIA
Il Museo Civico ospita dipinti, raccolte di ceramiche e terrecotte, incisioni, tra cui la meravigliosa stampa del Trionfo di Carlo V, e disegni di artisti quali Raffaellino del Colle e Federico Barocci.
Nelle sale, avrete il piacere di ammirare alcuni dei preziosi volumi raccolti da Francesco Maria II Della Rovere nella sua Libraria Nuova, tra le biblioteche a stampa più raffinate e complete dell’epoca. In esposizione una Commedia di Dante Alighieri edita nel 1491; un volume del 1528 del Cortegiano di Baldassar Castiglione; i Sonetti di Torquato Tasso del 1583 e il Testamento dell’ultimo duca di Urbino Francesco Maria II Della Rovere. Da non perdere le collezioni di grafica del ‘900 e i due famosi globi d’inestimabile valore, uno terrestre (1541), l’altro celeste (1551), del fiammingo Gerhard Kremer detto Mercatore, inventore del sistema moderno delle carte nautiche.
Percorrendo le sale del palazzo troviamo la sezione dedicata alla ceramica, dove centinaia di terrecotte raccontano la storia della ceramica prima a Casteldurante poi a Urbania fino ad oggi. La città di Urbania, già Casteldurante fino al 1636, è stata nel corso dei secoli caratterizzata, complice la presenza sia del fiume Metauro sia di eccellenti botteghe artigiane, dalla produzione ceramica, divenuta nel tempo suo segno identitario.
Nella cittadina, nel Cinquecento, ardevano oltre 40 forni per una committenza che riguardava tutte le corti europee. All’epoca erano censiti ben 150 maiolicari, tra cui foggiatori e pittori di eccezionale bravura, nell’ornamento e nelle figure.
Non a caso è in questo ambito che nasce e cresce Cipriano Piccolpasso, autore de Li tre libri dell’arte del vasaio, un’opera fondamentale per la conoscenza dell’arte ceramica metaurense del Rinascimento.
Il trattato manoscritto, ora conservato al Victoria & Albert Museum di Londra, fu concepito diviso in tre parti indicate da Piccolpasso come libri, dove nel primo si disserta della forma, nel secondo del colore e nel terzo del disegno.
Trovate in mostra esempi di decori descritti da Piccolpasso come ad esempio le cerquate. Non solo, anche istoriati, belle e raffaellesche.
In mostra anche le ceramiche popolari dall’Italia e dal mondo dalle collezioni di Nadia Maurri Poggi e Massimo Dolcini. La raccolta di ceramiche d’uso donata da Nadia Maurri Poggi, è una rilevante testimonianza, divisa per regioni, di manufatti di uso quotidiano provenienti da tutta Italia, un vasto e vario documento di vita della società preindustriale. Mentre quelle raccolte dal designer Massimo Dolcini provengono da diverse parti del mondo.
La sezione archeologica realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio delle Marche Nord e con l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, polo di Ravenna, racconta in modo dinamico ed in continua trasformazione, la recentissima scoperta dei tumuli preromani rinvenuti a Urbania nel 2019.
L’area archeologica detta della Cantinaccia, presso lo scavo di Santa Maria del Piano, ha restituito infatti alcuni preziosi oggetti che delineano in modo preciso la figura di un principe guerriero sepolto nel tumulo assieme ad ambre, uova di struzzo, finimenti equini, elementi decorativi metallici, lance e vasellame. Sulla base delle ricostruzioni degli archeologi, si può dunque evincere come il territorio della media e alta valle del fiume Metauro ha rappresentato, in età preromana, una delle principali vie di transito e incontro tra diverse popolazioni dell’Italia antica.
TORRIONE PANORAMICO
Alla fine del corridoio panoramico, dagli spalti della torre si scopre il ponte di Porta Celle, dove secondo la tradizione i duchi nel ‘500 sbarravano il Metauro per creare un lago artificiale; suggestiva anche la veduta delle case che si elevano sul fiume.
Contigua al ponte, ma pressoché irriconoscibile, dopo i danni subiti nel secondo conflitto mondiale, è possibile scorgere la sagoma di un tempietto ottagonale attribuito dalla tradizione a Donato Bramante, architetto rinascimentale che il Vasari dice originario di Casteldurante.
IL MUSAA MUSEO DEMOETNOANTROPOLOGICO DI STORIA DELL’AGRICOLTURA E DELL’ARTIGIANATO
Il museo di Storia dell’Agricoltura e dell’Artigiananto è ospitato nei sotterranei del Palazzo Ducale. Luoghi che per secoli hanno ospitato le cantine, utilizzate in passato da grandi proprietari terrieri locali. L’esposizione museale mostra gli strumenti di lavoro più significativi dei cicli del grano, della vite, del vino, corredati da immagini e schede. Dalla prima rivoluzione agricola all’età contemporanea, il percorso museale-didattico si snoda attraverso numerosi ambienti che ospitano tini, torchi e botti, fino alla sezione dedicata al lavoro del bottaio e alla saletta per la conservazione dei cibi. Il percorso si collega all’affascinante rampa di Francesco di Giorgio Martini, dalla quale si spazia su tutto il fronte del Palazzo Ducale affacciato sul fiume Metauro.
LA BIBLIOTECA CIVICA
La biblioteca fu fondata dall’ultimo Duca di Urbino Francesco Maria II Della Rovere nel 1607. Egli fece costruire una apposita palazzina (oggi distrutta) adiacente al Palazzo Ducale nella quale collocare la sua “Libraria”. Il Duca morì senza eredi nel 1631. Nel 1667, per ordine di Papa Alessandro VII, i 15.000 volumi della biblioteca ducale di Casteldurante vennero trasferiti a Roma, all’Università Sapienza. In seguito la famiglia dei Conti Ubaldini e il Vescovo Honorato Degli Onorati donarono le proprie librerie alla città per formare una nuova biblioteca, che si è conservata fino ad oggi.
Attualmente la biblioteca conta più di 55.000 volumi di cui 9.000 antichi. Di grande valore sono i 36 incunaboli, le 1325 cinquecentine, tra le quali alcune edizioni di Aldo Manunzio, del Giunti, del Grifo, del Sessa, e del Petrucci, 183 pergamene, 141 manoscritti, di cui ricordiamo quelli riguardanti la storia del ducato roveresco.
La biblioteca “moderna” ospita numerose sezioni: oltre alla narrativa classica e contemporanea, italiana e straniera, troviamo una stanza dedicata alle Marche ed una all’Arte. Sono ricchi di volumi gli scaffali relativi alla psicologia, al diritto, alla sociologia, alla critica letteraria, alla storia, alla religione, al teatro, ecc. Ampie la sezione ragazzi e la sezione multietnica. Sono inoltre disponibili numerose opere di consultazione, quali enciclopedie generali, specifiche e dizionari.
La biblioteca Comunale è inoltre promotrice di numerose iniziative: il Premio Letterario Metauro, premio nazionale di poesia, presentazione di libri, conferenze, convegni, rassegne di cinema. Assieme al Museo Civico realizza varie mostre d’arte e si occupa della pubblicazione della rivista letteraria ISTMI-Tracce di vita letteraria, e di numerosi altri libri d’arte.
Nelle sale di lettura si possono consultare i libri e i periodici e le opere di carattere generale. Tutti i libri si trovano in scaffali direttamente accessibili al pubblico. Nelle sale si trovano inoltre numerose opere bibliografiche, biografiche e lessicografiche necessarie all’avvio di ricerche (enciclopedie, dizionari).
La biblioteca partecipa al Sistema Bibliotecario Alto Metauro promosso dalla Comunità Montana dell’Alto e Medio Metauro con sede a Urbania.
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