Museo Diocesano Leonardi
Il Museo Diocesano Leonardi ha sede nell’ex Palazzo vescovile, solenne edificio di Urbania, che trova origine nell’abbazia benedettina di San Cristoforo del Ponte. Qui è conservata una rara e documentata raccolta di ceramiche che, grazie alle donazioni del compianto ceramologo don Corrado Leonardi, comprende numerosi esemplari della tradizione durantina-urbaniese dal Medioevo alle epoche recenti.
Il complesso abbaziale nasce nel secolo IX come monastero benedettino di San Cristoforo del ponte di Castel delle Ripe, ampliato da 12 abbati e 26 Commendatari fino al 1627.
Il Cardinale greco Bessarione – a cui nel 2022 è stata dedicata la Mostra all’interno del Palazzo Ducale di Urbania – nel 1445 iniziò la trasformazione architettonica da romanica a rinascimentale e il commendatario Ludovico Canossa, nel 1513, continuerà la sua opera, ispirando a sua volta il suo diretto successore, il Cardinale Alessandro Farnese, che nel poco tempo in cui rivestì la carica, prima di salire al Soglio Pontificio con il nome di Paolo III, abbellì e diede lustro al piano terra della struttura.
Nel 1636 il palazzo divenne vescovado grazie all’ultimo dei commendatari Francesco Barberini che intercesse con Papa Urbano VIII per l’assegnazione a Castel Durante del grado di sede episcopale ribattezzandola con il nome di quest’ultimo. Fu abitazione di 17 vescovi fino al 1987, data dell’unificazione delle diocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Da quel momento l’episcopio è sede dell’Istituto Culturale e Sociale Arcidiocesano “Corrado Leonardi” che vi ha aperto il Museo, la Biblioteca e l’Archivio.
Il Museo Diocesano Leonardi ospita oggi le sezioni di archeologia, argenteria, pinacoteca e ceramica di Castel delle Ripe, Casteldurante e Urbania. Nomi importanti da segnalare sono: Ghiberti, Alberti, Raffaelin del Colle, Picchi per l’arte della pittura; Orazio Fontana, Guido Durantino, Rombaldoni, Doix per l’arte della ceramica. La sezione ceramica illustra tecniche e stili locali dal ‘200 al ‘900, esemplificati da vasi, piatti da pompa, brocche e catini, manufatti destinati al decoro architettonico, anfore, acquasantiere e altre opere d’arte. L’ultima sala conserva ceramiche del XX secolo a testimonianza di un’arte che tutt’oggi, ad Urbania, produce oggetti di alta qualità.
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